Durante le vacanze estive, con la bici “del mare” la componente maschile adulta di casa ama pedalare, la mattina presto, per godersi l’alba lungo il meraviglioso tratto di Aurelia che collega Finale a Noli, passando per Varigotti. In un agosto capita una o due volte, ma e’ sempre meraviglioso.
It is my august early morning activity, it happens only 2 or 3 times in a month, but it is a beautiful ride, with amazing landscapes.
Ritorniamo, dopo tanto tempo, su uno dei temi cari a questo blog. Ci ritorniamo dopo aver trascorso qualche giorno di vacanza a Copenaghen, e aver constatato che cio’ che qui (in Italia) sembra impossibile, in realtà esiste altrove. Soffermiamoci su Pavia:
Capitale (quindi significativamente piu’ grande di Pavia=
Piatta
Clima freddo d’inverno e molto piovoso in generale
A Copenaghen, lo abbiamo provato, esiste un sistema di piste ciclabili (prevalentemente separate dalla carreggiata dove transitano le auto) interconnesse che permette di muoversi ovunque in bici, stando protetti. Come conseguenza un sacco di gente si sposta in bicicletta. Postini in bicicletta, corrieri con cargo bikes e un totale di circa 400 auto per ogni 1000 abitanti (https://it.wikipedia.org/wiki/Veicoli_pro_capite_nel_mondo)
A Pavia invece abbiamo avuto negli anni giunte che, al più, promuovevano marciapiedi a piste ciclo-pedonali, comunque completamente sconnesse, e giunte che addirittura decidevano di rimuovere piste ciclabili per ripristinare parcheggi (700 auto per ogni 1000 abitanti).
Perchè? Per una differenza di cultura, si dice. Ma cosa determina la differenza di cultura? Copenaghen ha strade piu’ larghe di Pavia? Difficile da dire, ma di sicuro vi e’ una grossa differenza: a Copenaghen hanno deciso che le strade servono per far spostare le auto (e le bici), non per far sostare auto a bordo strada. Quindi nessuna macchina parcheggiata sui bordi della strada, e i bordi della strada promossi a pista ciclabile.
E’ pensabile un approccio del genere a Pavia? VIene da dire di no, perchè la risposta di chi la auto normalmente la parcheggia a bordo strada (quando non sul marciapiede) è sempre: “Già i parcheggi sono pochi, e io l’auto dove la metto?”; e poi il trasporto pubblico danese è probabilmente molto più efficiente e capillare di quello italiano. Tutto (forse) vero, anche se il parcheggiare l’auto a bordo strada non e’ un diritto (anche se e’ considerato come tale), ma una precisa scelta. Ma la domanda resta: anche ammesso che tutto sia vero, perchè Copenaghen è una città a misura di bicicletta e Pavia è una città a misura di auto? Di sicuro quello che è innegabile è che una città come Copenaghen, dove la mobilità predilige i soggetti deboli, è di sicuro piuù appealing di una città come Pavia (e tante altre città italiane) dove pedalare, magari coi bimbi piccoli, espone a gravi rischi e pericoli….
It is a bit hard to translate in english the previous post. The message is that, after visiting Copenaghen, we now know that a city with pedestrian and bicycles at the center of the mobility strategy exists. Unfortunately it seems impossible to implement anything similar in Italy too…
Era la bici della nonna di Silvia. Ferma e impolverata da almeno una trentina d’anni. Eppure integra, nonostante la ruggine e gli inevitabili problemi alle ruote. Un bel telaio, una bici di tipo Olanda che era un peccato non rivitalizzare. E così è stato. Senza poterci dedicare tutto il tempo che avrebbe meritato, la bici è stata pulita e sistemata. Cambiati cerchioni, camere d’aria e copertoni. Oliata la catena, aggiunte luci e cavalletto. E ora è tornata a sfrecciare per Pavia….
The old bike of Silvia’s grandmother. It was staying in a basement since more than 30 years. Dirty, rusted, with ruined tires, but still beautiful. So we decided to recover it. It is something we like. To restore old bycicles, to be used again. We think it is a good message. So, although we didn’t have too much time, we did our best. And then we gave it to our friend Asma, who is now happily using it.
Le nostre vacanze proseguono, la compagnia di amici si e’ riformata, e la magia della vacanza al mare con i bimbi allegri e spensierati si ripete. E noi ci si continua a spostare tutti in bici, formando bellissime carovane….
Our summer vacations are going on, with Lory and Bea happy with their friends. And we always move around, all together, riding our bicycles….
Lorenzo, la cui bici sembra ormai piccola, pedala sempre più volentieri ed è riuscito addirittura a salire la rampa dei garage, decisamente ripida e finora mai superata da nessun ciclista… E poi al parco, in discese spericolate
Lorenzo is always happy when he can ride, both when he climbs, and also when he climbs down…. A lot of fun….
La Bianchi (modello Brava, del 2000) non è certo una bici da corsa super performante, consideando il telaio pesante di acciaio. Eppure è un oggetto a cui la componente maschile adulta di casa sacchibelli e’ affezionatissimo. Comprata (al Missing Link) con pedali “retro” a fascetta, era stata upgradata ad avere pedali con attacchi più moderni nel 2014 (vedi qui). Ma la scomodità di dover portare le apposite scarpe alla fine mi ha fatto ritornare indietro sui miei passi, ed eccola allestita con nuovi pedali piu’ convenzionali.
I never enjoyed too much the new pedals I mounted in 2014 (see here) on my Bianchi road bike, mainly because forced to wear the right shoes. So, to make easier its use, here we are back with conventional pedals. Let’s see if this will allow me to use it a bit more.
Non potendo fare granche’ a causa delle limitazioni imposte per prevenire la diffusione del coronavirus, domenica, approfittando di un bel sole, ci siamo almeno sgranchiti le gambe con una bella pedalata fino a Ticino
It was a sunny Sunday. No way to escape from the city, because of restrictions to limit corona-virus spreading, we decided to ride a bit in town, stopping at the river. It was funny, and Lorenzo and Bea demonstrated to be
Quest’anno sia la bici da corsa che la mountain bike sono rimaste “parcheggiate” in garage per tutto l’anno. Negli ultimi anni non e’ che venissero usate spesso, ma la pandemia quest’anno ha dato il colpo di grazia. Oggi pero’ c’era il sole, e, pur non potendo uscire dal proprio comune, le regole di questo lockdown permettono di pedalare (attivita’ motoria). Cosi’, anche se per non piu’ di una mezz’oretta, la gloriosa mountain bike ha ripreso a “viaggiare”. E ho subito provato le belle sensazioni che, da sempre, la bicicletta mi trasmette.
This year, because of the pandemic and of the hard period, I never had the possibility to ride my loved road and mountain bikes. But today it was a lovely sunny day and since the lockdown rules allows for a bike ride (while remaining in the town where you live), I did it. And, as usual, I had a great feeling
Probabilmente non raggiungerà i livelli del papà che, in età da liceo, pedalo’ da casa a scuola (3 km nel traffico cittadino) senza mai toccare il manubrio. Pero’ anche Lorenzo promette bene…
Probably he will not reach his father level (he rode his bike from home to school, for 3 km, without hands), however Lorenzo is showing good skills.